articolo tratto
dall'ultimo numero de
L’Araldo di Cittareale
(ultimo numero
perché, dopo essere uscito con questo articolo, il giornale è stato costretto a
cessare immediatamente e definitivamente le pubblicazioni)
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Cittareale capitale
del bridge
Il 9 giugno la nostra città avrà l’onore di
ospitare un importante evento bridgistico organizzato dall’esclusivo
Bridgemania Club di Roma.
Un portavoce
del Bridgemania Club ci ha gentilmente concesso la seguente intervista.
Come nasce il Bridgemania Club ?
Il Bridgemania
Club nasce a Roma nel settembre del 1996 per iniziativa di un gruppo di anarco-bridgisti desiderosi di avere un
proprio spazio dove poter esprimere liberamente la propria creatività
bridgistica superando – o meglio frantumando – le barriere imposte dai rigidi
schematismi e dagli assurdi pregiudizi che affliggono il mondo del Bridge
ufficiale.
Il Bridgemania Club è un club
ricreativo ?
No,
assolutamente !
Nel
Bridgemania Club l'attività ricreativo-rifocillatoria gioca un ruolo del tutto
marginale ed è considerata da tutti i soci come una noiosa - ma purtroppo
inevitabile - incombenza.
Il Club è
soprattutto impegnato in varie attività di studio e di ricerca avanzata
riguardanti le più diverse problematiche del bridge.
Quali sono le finalità della
manifestazione del 9 giugno ?
La
manifestazione del 9 giugno consiste appunto in un “laboratorio di studio e di
sperimentazione” su una problematica
del bridge tra le più controverse.
Quale è questa problematica ?
E’ necessaria
una breve premessa.
Osservando
attentamente il comportamento dei nostri soci durante gli incontri che il Club
organizza periodicamente abbiamo notato che, al termine della licita, molto
spesso un giocatore dice al partner:
“Con te è
inutile avere un sistema licitativo; tanto vale dichiarare a vanvera”.
Abbiamo preso
spunto da questa frase, ormai diventata di uso comune, per definire il tema sul
quale lavoreremo il 9 giugno, che è:
“Il sistema
licitativo: a che serve, e a chi serve ?”
Come affronterete l’argomento ?
L’approccio
sarà rigorosamente scientifico.
Mediante tre
sessioni di lavoro opportunamente strutturate arriveremo a determinare con
estrema precisione quali coppie (o singoli giocatori) traggono effettivamente
vantaggio dall'uso di un sistema licitativo e quali coppie (o singoli
giocatori) farebbero invece meglio a dichiarare a vanvera.
Capisco, ma non potrebbe essere
più preciso ?
Volentieri. Il
9 giugno ....(inizia così la descrizione particolareggiata del laboratorio di
studio e sperimentazione. Trattandosi di un argomento ricco di tecnicismi, e
quindi per addetti ai lavori, abbiamo ritenuto opportuno riportarlo in allegato
per non tediare i lettori non specialisti).
Molto interessante. E pensate di
pubblicare i risultati ottenuti ?
Certamente.
Gli
“abstracts” del nostro laboratorio verranno immediatamente diffusi via internet
in ben 20 lingue, al fine di diffondere i risultati della nostra ricerca tra
tutti i liberi pensatori del Bridge in uno spirito di totale globalizzazione
bridgistica.
A proposito di globalizzazione,
non temete che il vostro laboratorio possa finire nel mirino del popolo di
Seattle ?
Il rischio
esiste e ne siamo consapevoli.
E come pensate di affrontare una
simile eventualità ?
Il popolo di
Seattle non ci spaventa.
Da un punto di
vista morale/caratteriale siamo abituati ad affrontare rischi ben maggiori
(quali quelli che ci troviamo a fronteggiare nei nostri quotidiani scontri con
il partner).
Da un punto di
vista tecnico/tattico siamo in grado di risolvere a nostro favore qualsiasi
situazione, anche la più difficile, impiegando un mix opportunamente articolato
delle nostre manovre più micidiali, schematizzabili in:
-
azioni di difesa (del tipo “ 7©!! –8 in zona ”),
-
azioni di attacco (del tipo “ scartina da
AKQx per il J secco del dichiarante “),
-
azioni di sabotaggio (tagliarsi le.....
comunicazioni, non dare un taglio al compagno, ecc.),
fino ad arrivare – se necessario – a vere e proprie missioni suicide
(uscite in taglio e scarto, ecc.)
Grazie e buon lavoro.
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